E sì, ci sarà un tempo non molto lontano in cui l'uomo farà ritorno al vero Dio. Prima di quel giorno però dovrà imparare la lezione che vivere senza Dio conduce alla sofferenza e alla morte. Infatti, la vita che stiamo vivendo è un'esperienza transitoria nel piano di Dio: "è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27).
Questa vita è unica e non ci sarà un'altra opportunità di ricominciare tutto daccapo per vivere secondo i nostri desideri. Sia che facciamo il bene, sia che facciamo il male tutti dobbiamo morire. Ciò che rimane di ognuno di noi è la nostra testimonianza.
Chi pone mente alla fine dell'uomo? Pochi sono coloro che meditano sulla fine e ancor meno coloro che meditano sul destino dell'umanità dopo la morte.
Il nostro sguardo cioè la nostra attenzione è rivolta al mondo e ai suoi miti che sono i nostri idoli. Senza che ce ne accorgiamo, adoriamo persino quei personaggi che sono morti e resi dalla TV, cinema, ecc. viventi e immortali con la tecnologia. Applaudiamo, ascoltiamo, partecipiamo con la nostra mente a questo mondo ormai virtuale senza saper distinguere il vero dal falso. La TV, internet, gli smartphone, sono il nostro dio di cui ci aspettiamo sempre nuovi miracoli. Fino a quando?
Quando finirà l'anno di grazia del Signore e sarà inaugurato il Giorno di Vendetta del nostro Dio, allora "Gl'idoli scompariranno del tutto. Gli uomini entreranno nelle caverne delle rocce e negli antri della terra per sottrarsi al terrore dell'Eterno e allo splendore della sua maestà, quand'ei si leverà per far tremar la terra. In quel giorno, gli uomini getteranno ai topi ed ai pipistrelli gl'idoli d'argento e gl'idoli d'oro, che s'erano fatti per adorarli; ed entreranno nelle fessure delle rocce e nei crepacci delle rupi per sottrarsi al terrore dell'Eterno e allo splendore della sua maestà, quand'ei si leverà per far tremar la terra. Cessate di confidarvi nell'uomo, nelle cui narici non è che un soffio; poiché qual caso se ne può fare?" (Isaia2:18-22; Apoc. 6:12-17).
Quello sarà un tempo di angoscia e tutte le opere dell'uomo non serviranno a salvarlo. Solo allora chi sarà rimasto comincerà a rivolgere l'attenzione su Dio nostro Creatore e non alle opere delle loro mani.
Ma cosa ne sarà di chi oggi crede nel Signore e fa la Sua volontà? Dio ha promesso che salverà il Suo popolo perché Egli sa trarre i pii dalla prova.
"E in quel tempo sorgerà Micael, il gran capo, il difensore de' figliuoli del tuo popolo; e sarà un tempo d'angoscia, quale non se n'ebbe mai da quando esistono nazioni fino a quell'epoca; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; tutti quelli, cioè, che saranno trovati iscritti nel libro" (Dan 12:1).
Chi crede nel Figlio di Dio, si converte dalle sue vie malvagie e si fa battezzare nel suo Nome e mette in pratica la Sua Parola allora non verrà in giudizio e sarà sottratto dal'ira del Signore.