Fin dalla fondazione della Chiesa di Dio si dibatte sulla necessità di osservare o meno la legge.
Molti credenti hanno difficoltà ad accettare pienamente ciò che afferma questa scrittura; hanno accettato Gesù, ma credono che per essere accettati da Lui devono fare qualcosa, mettere in pratica, rispettare tutta quanta la Legge.
In sostanza vivono il rapporto con Dio come un dare-avere, pensano di meritare il premio e di essere approvati dal Signore per quello che uno fa.
La Legge era composta da due parti quella cerimoniale e quella morale di cui fanno parte i dieci comandamenti e per essere riconosciuti giusti davanti a Dio, bisognava osservare perfettamente tutta la Legge e non solo nella lettera e nell'esteriorità ma con tutto sé stessi, cosa impossibile per l'uomo. Infatti, proprio per la sua imperfezione e per le sue colpe, l'uomo con le sue opere non può trovare giustificazione davanti a Dio in nessun modo.
La sola osservanza della lettera della legge rende il cuore duro come la pietra, pieno di orgoglio e privo di misericordia. Ecco perché il Signore disse ai giudei (e a noi): "Misericordia voglio e non sacrificio".
Osservare la Legge con il solo scopo di essere giustificati da Dio equivale a rinnegare Gesù e non credere nel Suo sacrifico per la remissione dei nostri peccati. Questi credenti, purtroppo, si ritengono nella sostanza giusti per le loro opere.
Dio ha stabilito che "l'anima che pecca morirà" e ci dice anche che il peccato è la violazione della Sua Legge. Tutti noi siamo peccatori perchè nessuno può essere in grado di osservare perfettamente la Legge di Dio. Egli ha dato la Sua Legge, che riflette il Suo carattere, affinchè l'uomo si renda conto della sua condizione peccaminosa e, nello stesso tempo, indica come deve vivere.
In questo stato naturale di peccatore l'uomo è perso; come può egli ottenere la salvezza? Non c'è nulla che l'uomo possa fare per cancellare la trasgressione della Legge ed ottenere la salvezza. Ma ecco che il nostro creatore è un Dio di amore che immensamente ama le Sue creature ed aveva previsto per l'uomo la necessità di un Suo intervento personale per la salvezza dell'uomo attraverso Suo figlio Gesù il Cristo.
Il nostro Signore Gesù aveva pianificato e deliberatamente scelto di dare in cambio della nostra vita la Sua, per rispetto alla Sua stessa Legge di giustizia. Mediante il Suo sangue versato al posto nostro, possiamo ottenere la sperata salvezza, ma questo ci viene dato gratuitamente per mezzo della fede in Lui. Il sacrificio di Gesù pone fine a qualsiasi tentativo vano di osservare la Legge con il solo scopo di ottenere la salvezza. Se Dio ha scritto la Sua Legge nel cuore di chi crede ed ha fede, adempie la legge mediante lo Spirito santo di Dio che è in lui ed ottiene il perdono dei peccati e la vita eterna.
La Legge dei dieci comandamenti è compiuta verso Dio e il prossimo mediante il "frutto dello Spirito che è amore (agape), gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé, contro queste cose non c'è legge".
"L'amore (agape) non fa male alcuno al prossimo; l'amore (agape), quindi, è l'adempimento della Legge". (Rom 13:10)
"Chi non ama non ha conosciuto IDDIO; perché Dio è amore (agape) " (1Giov 4:8)
Ogni credente non deve guardare solamente alla lettera della Legge, ma deve esaminare sé stesso in base al frutto dello Spirito di Dio e riconoscerne le proprie mancanze. Infatti, Gesù insegnò che "la Legge dice di fare", ma quello che conta è se l'opera è fatta con il cuore, con amore prima verso Dio e poi verso il prossimo.
Dobbiamo sperare di entrare nella terra promessa, nel Regno di Dio, per mezzo della fede nell'unico salvatore Gesù Cristo e non per l'osservanza della lettera della legge con la propria giustizia, ma con il cuore portando frutto in ogni tempo.
Gesù è il compimento, il fine, la meta della legge. Dunque, chi ha lo Spirito di Gesù, adempie alla Legge ed è da Lui giustificato.